La scienza medica, lo sappiamo, non è fatta di verità imperiture e certezze inoppugnabili.
Un bel giorno ecco arrivare i risultati di qualche rigorosissima sperimentazione clinica e allora i camici bianchi si ricredono. Aggiustano il tiro. Rinverdiscono le nozioni acquisite.
Però, diamine, come ci si deve comportare di fronte a una supposta lo davamo davvero per scontato!
Macché: pare che il dibattito scientifico sia acceso pure su questo tema.
La riprova? Un singolare studio firmato (nel 1991) da un team di ricercatori dell’Ain Shams University Hospitals del Cairo e pubblicato sulla Bibbia dei medici: il Lancet.
Tutti sono dell’opinione, visto il design, la tradizionale fisionomia di tale preparato farmaceutico, che la sua introduzione debba avvenire con l’apice, con la sommità appuntita rivolta verso l’alto – hanno commentato gli autori dell’indagine –, ma dai dati in possesso del team egiziano pare proprio che il risultato migliore si ottenga capovolgendo la supposta. Che l’inserimento, cioè, sia più funzionale quando è la sua base a comportarsi da "apripista".
Dunque, il messaggio è (il calembour ci vuole proprio): non su posta, ma giù!
La qualità dei due approcci, per così dire, è stata saggiata attraverso il ricorso a una serie di questionari compilati da un centinaio di persone (tra cui anche bambini).
Promozione a pieni voti per il metodo alternativo, giudicato assai più pratico ed efficace nel 98% dei casi.
«C’è da chiedersi», scrivono i clinici, «come mai le modalità d’inserimento delle supposte continuino a restare immodificate, nonostante le odierne conoscenze sul funzionamento dell’apparato sfinterico dell’ano».
E per corroborare il parere sciorinano osservazioni tecniche da alta formazione in balistica forense.
Infatti – spiegano i dottori – l’introduzione a “punta in giù” risulta decisamente più congeniale alla fisiologia del canale anale, ai particolari movimenti, cioè, che la muscolatura di questa parte anatomica compie in seguito all’inserimento di una supposta: movimenti (definiti vermicolari) caratterizzati da un’armoniosa successione, dal basso verso l’alto, di contrazioni e rilassamenti. I quali, se la supposta ha la cima volta all’ingiù, finiscono per favorirne – come si può intuire – una più spedita risalita. E per azzerare, in definitiva, la possibilità che la preparazione farmaceutica vada incontro a ripetute e penose espulsioni.
Insomma, così stanno le cose: quella “supposta” non era la giusta direzione…
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